Rino Gaetano |
La passione per il teatro e il "pallino" per la musica lo distraggono infatti dalla ricerca del "futuro certo" e lo inducono nel 1972 a lanciarsi ad occhi chiusi nell'incerto, con il debutto nel panorama musicale italiano allora conformista e popolare, con un 45 giri nel quale interpreta la canzone "I love you Marianna", non a caso ignorata da pubblico e critica.
Il primo vero album di Rino, "Ingresso Libero", vede la luce nel 1974, ma anche questo non sordisce i risultati sperati pur contenendo quelle che sarebbero state successivamente riconosciute come vere e proprie poesie come "Tu, forse non essenzialmente tu" e "Supponiamo un amore".
Due anni dopo arriva però una canzone che segnerà la svolta della carriera di Rino, "Mio fratello è figlio unico", canzone amata e discussa, che secondo alcuni, parlerebbe di massoneria e avrebbe tacitamente condotto Rino alla morte.
Questi ritenevano infatti che il cantautore fosse vicino agli ambienti massonici del periodo; questo gli consentiva di venire a conoscenza della verità su alcuni dei misteri della storia italiana del '900 che avrebbe poi successivamente inserito nei suoi testi, nascondendole dietro metafore e "non sense"; motivo per cui, secondo questa tesi, sarebbe stato ucciso.
E' da questo momento in poi che si avvierà l'inizio del forse inevitabile declino dell'artista, che dopo aver collezionato importanti successi non riesce a controllare e a trattenere la sua irrefrenabile irriverenza. Durante l'esibizione nella kermesse musicale "Discoestate", con atteggiamento polemico, rifiuta di esibirsi in playback, fumando in alternativa una bella sigaretta.
Ma è durante un concerto a Capocotta, nel 1979, che Rino si lascia andare ad una confessione premonitrice, secondo cui qualcuno, avrebbe deciso di "mettergli un bavaglio".
La sua ultima apparizione pubblica, durante la quale si esibisce con la celebre "E io ci sto", avviene il 31 maggio del 1981. Solo due giorni dopo incontrerà un destino beffardo che lo vuole morto a causa di un incidente stradale dopo essere arrivato in coma al Policlinico Umberto I così come Renzo, di cui aveva raccontato la storia nella famosa ballata. Coincidenza o profezia?